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La gestione dell'ansia e del panico
Nella psicologia cognitiva costruttivista, la gestione dell'ansia e del panico non si fonda solamente sull’eliminazione diretta dei sintomi, ma anche e soprattutto sulla comprensione profonda del significato che essi assumono per la persona all'interno della sua storia e del suo sistema di costruzione del sé. L’ansia e gli attacchi di panico vengono letti come segnali di un conflitto interno: spesso rappresentano il punto di crisi di una narrazione personale che non riesce più a mantenere coerenza, oppure l’emergere di emozioni o parti del sé che la persona ha difficoltà a integrare.
Ogni individuo cerca di dare senso alla propria esperienza attraverso costrutti personali – schemi soggettivi con cui interpreta se stesso, gli altri e il mondo. Quando eventi di vita, relazioni o cambiamenti mettono in discussione questi costrutti fondamentali, può insorgere un vissuto di disorientamento e minaccia all’identità. L’ansia, in questo senso, non è “irrazionale”, ma una risposta coerente a una situazione vissuta come pericolosa per la continuità del Sé. Il panico, allora, può essere visto come l'espressione estrema di una frattura interna, dove la persona non riesce più a mantenere stabile la narrazione di sé.
La gestione dell’ansia in terapia e dei suoi correlati comportamentali passa quindi attraverso un processo di esplorazione e ricostruzione. Il terapeuta aiuta il paziente a riconoscere i significati impliciti dietro l’esperienza ansiosa, a identificare i temi, i valori, le parti della persona che entrano in crisi e a generare nuove narrazioni più flessibili. In questo percorso, la persona può sviluppare una maggiore consapevolezza di sé, accettare le proprie vulnerabilità e scoprire nuovi modi di stare nel mondo.
Il mio approccio alla terapia non si limita all'eliminazione dei sintomi, ma promuove anche un cambiamento profondo nella relazione con se stessi, favorendo l’integrazione di esperienze emotive complesse e la trasformazione del proprio senso di identità.

